Attacchi di Panico

Disturbo di Panico


Disturbo di Panico 


Secondo il DSM V la diagnosi si Disturbo di Panico richiede ricorrenti Attacchi di Panico inaspettati (Criterio A), ossia più di uno senza uno specifico limite temporale (anche nell'arco di molti anni).

Gli Attacchi di Panico possono manifestarsi anche in altri disturbi d'ansia ma, in questi casi, sono di tipo attesi e non di tipo inaspettati; se inizialmente gli Attacchi di Panico sono inaspettati e poi diventano attesi, o se si presentano in modo alternato, si fa la doppia diagnosi di Disturbo di Panico e del Disturbo d'Ansia specifico cui sono associati gli ADP (es. Disturbo d'Ansia Sociale, Agorafobia, Fobie Specifiche

Inoltre almeno uno degli attacchi di panico deve essere stato seguito da almeno 1 mese di uno o più dei seguenti sintomi:

(1) - L'aver sviluppato preoccupazione persistente per l'insorgere di altri Attacchi di Panico o per le loro conseguenze come ad esempio:

  • Preoccupazioni fisiche - Paura di avere una malattia come una cardiopatia (infarto) o l'epilessia.
  • Preoccupazioni sociali - Paura o imbarazzo di essere valutati negativamente dagli altri a causa dei sintomi visibili dell'Attacco di Panico o paucisintomatico.
  • Preoccupazioni mentali - Paura d'impazzire o di perdere il controllo.

(2) - Aver attuato, per almeno un mese dopo un ADP, comportamenti disadattivi come:

  • Evitamento dell'esercizio fisico
  • Organizzarsi in modo da assicurarsi che, in caso di ADP, sia disponibile soccorso.
  • Sintomi agorafobici come evitare di uscire di casa, di usare i trasporti pubblici o di andare al supermercato

Nel DSM-V sono stati eliminati i due sottotipi di Disturbo di Panico con Agorafobia e senza Agorafobia; se i sintomi agorafobici sono più di 2 si fa la diagnosi doppia di Disturbo di Panico e Agorafobia.

La frequenza e la durata degli attacchi varia notevolmente da individuo a individuo e nello stesso individuo.

In questi individui inoltre sono molto comuni gli Attacchi Paucisintomatici, ossia forti attacchi d'ansia caratterizzati da un numero minore di sintomi rispetto all'Attacco di Panico vero e proprio.

Nei paesi Europei si stima che circa il 2-3% della popolazione (prevalenza a 12 mesi) soffra di Disturbo di Panico.

Molto frequentemente il Disturbo di Panico è associato ad altri Disturbi d'Ansia, in particolare l'Agorafobia e l'Ansia Sociale, con la Depressione Maggiore e il Disturbo Bipolare.

Spesso gli individui con Disturbi di Panico sviluppano anche un Disturbo Correlato a Sostanze per il tentativo di curare l'ansia con farmaci o alcol.

Se non adeguatamente trattato il decorso è cronico con oscillazioni variabili nella sintomatologia.

Le cure dimostratesi più efficaci nel breve, medio e lungo termine sono costituite dai trattamenti multicomponenziali non-farmacologici (es. biofeedback + colloqui psicologici) e farmacologici (es. psicofarmaci + psicoterapia).


Manifestazioni associate


Accanto alla preoccupazione per gli attacchi di panico e per le loro implicazioni molti individui provano anche una sensazione di ansia costante o intermittente, che non è associata ad una situazione specifica.

Spesso questo stato ansioso, gli attacchi di panico e la paura di averne altri, possono compromettere il funzionamento sociale, lavorativo e affettivo dell’individuo; di conseguenza subentrano stati di scoraggiamento e di depressione per l’incapacità di riprendere il ritmo di vita precedente al manifestarsi di questi sintomi: l’esistenza dell’individuo si modifica profondamente.

Il disturbo depressivo maggiore si manifesta con una frequenza del 50-65% negli individui con Disturbo di Panico. In circa 1/3 degli individui con entrambe i disturbi, la depressione precede l'esordio del disturbo di panico. Nei 2/3 rimanenti la depressione si manifesta contemporaneamente o in seguito all'esordio del disturbo di panico.

Un uso indiscriminato, incontrollato e irresponsabile di psicofarmaci come benzodiazepine (ansiolitici) e antidepressivi di vario tipo, spesso producono veri e propri stati di dipendenza spesso peggiorando la condizione del paziente.

Gli attacchi di panico indotti attraverso l’infusione di anidride carbonica e di lattato di sodio sono più comuni nel Disturbo di Panico che in altri Disturbi d’Ansia.


Disturbi associati al Disturbo di panico


 

  • Disturbo Depressivo Maggiore = 50-65% dei pazienti con Disturbo di Panico.
  • Fobia Sociale = 15-30%.
  • Disturbo Ossessivo-Compulsivo = 8-10%.
  • Disturbo d’Ansia Generalizzato = 25%.
  • Disturbo d’Ansia da Separazione = è risultato associato con il Disturbo di Panico (in termini di sviluppo; ossia vi è una maggiore probabilità di sviluppare un Disturbo di Panico da adulti se durante l'infanzia-fanciullezza l'individuo ha sofferto di un Disturbo d'ansia da separazione).

 


Epidemiologia e Familiarità


 Tale disturbo, così com'è qui descritto, è stato rilevato in studi epidemiologici in tutto il mondo. 

I parenti di primo grado di un individuo che soffre di Disturbo di Panico hanno una probabilità da quattro a sette volte maggiore di sviluppare un Disturbo di Panico; studi sui gemelli indicano un contributo genetico allo sviluppo di tale disturbo.


ESORDIO E DECORSO


L'età di esordio è variabile, ma mediamente si colloca tra 20-24 anni e i 35 anni. Dopo i 45 anni l’esordio di questo disturbo è più raro, anche se alcuni dati recenti sembrano indicare un aumento del numero di casi.

Nella maggior parte dei casi l’agorafobia, quando presente, insorge nel primo anno in cui si manifestano gli attacchi di panico.

Il decorso di questo disturbo in genere è cronico, se non trattato; in alcuni individui può esserci una remissione che può durare anni, altri invece possono presentare sintomi continui anche gravi.


CURE PER IL DISTURBO DI PANICO


Clicca quì per visualizzare la tabella comparativa sull'efficacia di tutte le cure oggi disponibili per il Disturbo di Panico e tutti i Disturbi d'Ansia

 

Attacchi di Panico e Stress


 ATTACCHI DI PANICO E STRESS


Un frequente fattore scatenante degli Attacchi di Panico e del Disturbo di Panico e spesso lo Stress. 

Gli effetti degli eventi stressanti su ogni individuo variano sostanzialmente in base alla sensibilità dello stesso verso gli stimoli stressanti e in base all'intensità dell'evento/stimolo stressante.

Tuttavia, a prescindere dal tipo di evento stressante, dalla sua intensità e dalla sensibilità dell'individuo verso quel preciso stressor (= stimolo/situazione stressante), a livello neurofisiologico e psicofisiologico la risposta dello stress e quella ansiosa condividono parte dei meccanismi e sono in stretta relazione. Sicchè, negli individui predisposti, uno stress di media/forte intensità può scatenare un attacco d'ansia la cui intensità può raggiungere quella degli attacchi di panico o degli attacchi paucisintomatici.

Possono costituire una fonte di stress certe situazioni affettivo-relazionali particolarmente difficili o problematiche, situazioni particolarmente dolorose come la morte o la separazione da un parente o da una persona alla quale si è particolarmente legati (genitori, nonni, partner, figli, amici intimi, anche animali domestici), situazioni lavorative pesanti ed eccessivamente prolungate come un ambiente di lavoro ostile (mobbing, molestie sessuali), il licenziamento, trasferimenti, cambiamenti di scuola o dell’ambiente lavorativo, malattie gravi proprie o di persone care.

Inoltre persino gli eventi positivi possono costituire eventi stressanti; ad esempio una vincita alla lotteria o l’ereditare una piccola o grande fortuna, l’inizio di nuove relazioni sentimentali, l’assunzione di un ruolo di maggiore responsabilità a lavoro ecc. 

A queste condizioni possono poi contribuire condizioni tipicamente sottovalutate, in particolar modo la quantità e la qualità del sonno, fattori questi ultimi che si ripercuotono direttamente anche sulla capacità reattiva dell'individuo di fronte alle situazioni stressanti. Un cervello riposato sarà sempre e comunque un cervello più prestante ed efficiente nell'affrontare i problemi rispetto a un cervello stanco e deprivato di sonno. 

A tali fattori bisogna poi aggiungere ciò che in ambito psicologico viene definito "stile di coping" e cioè il modo in cui un individuo solitamente reagisce alle situazioni difficili e stressanti, ciò che a sua volta dipende da com'è strutturata la personalità dell'individuo.

Ebbene tutti questi fattori possono facilitare, soprattutto in chi è predisposto, l'insorgenza di attacchi di panico e/o di attacchi paucisintomatici.

Nel brevissimo o breve termine (settimane), soprattutto di fronte  a situazioni di stress acuto (non cronico) l'uso di farmaci come le benzodiazepine può essere di aiuto; ma la dipendenza cui espongono tali sostanze psicoattive rende tali farmaci poco indicati nelle condizioni di stress-ansia cronici o prolungati e nelle prime fasi dello sviluppo (infanzia, adolescenza). In questi casi è consigliabile utilizzare metodi non farmacologici a patto che siano supportati da studi che ne dimostrino una reale efficacia, pari a quella degli psicofarmaci ma senza i loro effetti collaterali, come il biofeedback o, meglio ancora, metodi che integrano il biofeedback a colloqui psicologici di breve durata volti ad individuare le strategie psicologiche e comportamentali più efficaci per affrontare/superare la situazione stressante.

 

Attacchi di Panico. Tipi e caratteristiche

Tipi di Attacchi di Panico

 


Secondo Il DSM-IV-TR  vi sarebbero tre tipi di attacchi di panico. Tale distinzione, spesso poco considerata nelle diagnosi, è di grande utilità ai fini dell'individuazione delle loro possibili cause.

 

  • Attacchi di Panico inaspettati nei quali l'esordio non è consapevolmente associato con un fattore scatenante situazionale, ossia si manifesta spontaneamente, a ciel sereno. La diagnosi di Disturbo di Panico richiede che almeno alcuni degli attacchi di panico siano di questo tipo.

 

  • Attacchi di Panico provocati dalla situazione (provocati), nei quali l'attacco quasi invariabilmente si manifesta durante l'esposizione o nell'attesa del fattore scatenante situazionale; tali attacchi sono più tipici della Fobia Sociale e delle Fobie Specifiche.

 

  • Attacchi di Panico sensibili alla situazione, che hanno più probabilità di manifestarsi in seguito all'esposizione al fattore situazionale scatenate, ma non sono invariabilmente associati con esso (cioè possono anche non verificarsi in quella situazione). Per la diagnosi è richiesto il manifestarsi di attacchi di panico inaspettati. Sono presenti sia nel Disturbo di Panico che nella Fobia Sociale e nelle Fobie Specifiche.

 

Teniamo a specificare che tutte le tipologie di attacchi di panico descritte dal DSM-IV-TR, compresi gli attacchi di panico “inaspettati”, ed anche il criterio proposto dall’ICD-10, sono comunque da considerare come episodi provocati sempre e inevitabilmente da uno o più fattori scatenanti, più o meno "tangibili" e dei quali l’individuo può essere più o meno consapevole. Spesso infatti il lavoro dello Psicologo in questo tipo di problematica, consiste proprio nel fornire al paziente il supporto necessario alla presa di coscienza di tali fattori scatenanti al fine di imparare a gestirli autonomamente e conseguentemente gestire anche gli attacchi di panico ad essi legati.

 

Attacchi Paucisintomatici

 Attacchi di Panico o Attacchi Paucisintomatici?

 

 

Gli attacchi Paucisintomatici, sono attacchi identici agli Attacchi di Panico tranne per il fatto che l'ansia improvvisa è accompagnata da meno di 4 dei 13 sintomi richiesti dal DSM-IV per la diagnosi di attacchi di panico; possono essere presenti anche altri sintomi particolarmente imbarazzanti o inabilitanti come la minzione involontaria, malori di vario genere, svenimenti, ecc.

 

Teniamo a sottolineare che accanto alla distinzione tra attacco di panico e attacco paucisintomatico così come proposta dal DSM-IV e dall’ICD-10, è buona regola tener conto anche dell’intensità dei sintomi su elencati; non sono rari i casi in cui gli individui riferiscono meno dei 4 sintomi necessari per la diagnosi di attacco di panico ma di un’intensità tale da creare uno stato di disagio del tutto equiparabile a quello prodotto da un attacco di panico “vero e proprio”.

 

Nella valutazione di questa categoria di disturbi dunque è bene considerare non solo il numero dei sintomi riferiti, ma anche la loro intensità ed il grado di compromissione che sono in grado di determinare nella vita sociale, affettivo-relazionale, lavorativa e creativa dell’individuo.

 

A queste compromissioni inoltre bisogna aggiungere tutta quella serie di disturbi psicosomatici che spesso accompagnano gli stati ansiosi intensi e prolungati (disturbi gastro-intestinali, cefalee, cardiocircolatori, ecc.) che, in alcuni casi, se protratti per un periodo di tempo prolungato (cronici) possono condurre anche a disturbi di una certa gravità.

 

Inoltre non smetteremo mai di sottolineare i danni secondari all’uso indiscriminato e spesso ingiustificato degli psicofarmaci.

 

 

Attacchi di Panico: sintomi e diagnosi


Attacchi di Panico: sintomi e diagnosi


Per quanto concerne gli attacchi di Panico faremo riferimento alle Classificazioni Internazionali più utilizzate in ambito clinico: l'ICD-10 (International Classification of Diseases) pubblicato dall OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dal DSM-V (Diagnostic and Statisticaal Manual of Mental Desorder) pubblicato dall'APA (American Psychiatric Association).

 

  •  Criteri diagnostici proposti dal DSM-V

Secondo il DSM-IV-TR, gli attacchi di panico sono caratterizzati da un periodo limitato di intensa paura o disagio, durante il quale almeno quattro dei seguenti 13 sintomi si sviluppano improvvisamente e raggiungono il picco di massima intensità nell’arco di circa 10 minuti:

 

Sintomi degli attacchi di panico

 

1) Palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia.

2) Sudorazione.

3) Tremori fini o a grandi scosse.

4) Dispnea o sensazione di soffocamento.

5) Sensazione di asfissia.

6) Dolore o fastidio al petto.

7) Nausea o disturbi addominali.

8) Sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento.

9) Derealizzazione (sensazione di essere staccati dalla realtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da sé stessi).

10) Paura di perdere il controllo o di impazzire.

11) Paura di morire.

12) Parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio).

13) Brividi o vampate di calore.

Solitamente gli attacchi di panico hanno un inizio improvviso che raggiunge rapidamente il suo massimo, di solito nell’arco di 10 minuti e sono spesso accompagnati da un senso di pericolo, di catastrofe, di morte imminente, di perdita del controllo, di impazzire o di avere un infarto cardiaco o un ictus.

 

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