Attacchi di Panico

Cure per gli Attacchi di Panico


Cure per gli Attacchi di Panico e il Disturbo di Panico

Un confronto su base Scientifica


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Tabella Comparativa sulle Cure per gli Attacchi di Panico e tutti i Disturbi d'Ansia


La tabella sottostante riporta una sintesi comparativa sull'efficacia di diversi trattamenti per gli Attacchi di Panico (ADP) e tutti i Disturbi d'Ansia (che possono tutti manifestarsi anche con ADP), sia farmacologici che non farmacologici.

Tutti i dati riportati nella tabella e in questa pagina sono basati su studi scientifici e clinici.

Per consultare i riferimenti scientifici clicca qui.

Trattamento

Durata Trattamento

Efficacia

Disturbi d’Ansia Trattabili

Effetti Collaterali

Multicomponenziale  Breve

Biofeedback + altri trattamenti non farmacologici1

10 sedute

Alta

Tutti

Nessuno

non farmacologico

Multicomponenziale

Psicoterapie2 + Psicofarmaci

Da pochi mesi ad anni

Alta

Tutti

Molti, anche gravi (farmaci)

Interventi Psicologici (psicoeducazione, psicoterapia2, ecc.)

Da pochi mesi ad anni

Medio-Alta

Tutti

Nessuno

non farmacologico

Biofeedback

(monoterapia)

10 sedute

Medio-Alta

Tutti

Nessuno

non farmacologico

Meditazione

10 sedute

Moderata

Tutti  Nessuno

non farmacologico

Tecniche di Rilassamento

10 sedute

Moderata

Tutti

Nessuno

non farmacologico

SSRI (Inibitori della Ricaptazione della Serotonina)

Indefinito

a cicli

Fino a che si assume il farmaco

Tutti

Molti, anche gravi

SNRI (Inibitori della Ricaptazione della Serotonina e Noradrenalina)

Indefinito

a cicli

 

Fino a che si assume il farmaco

Tutti

Molti, anche gravi

Antidepressivi Triciclici (Laroxyl)

Indefinito

a cicli

 

Fino a che si assume il farmaco

Tutti tranne Ansia Sociale

Molti, anche gravi

Benzodiazepine (EN, Frontal, ecc.)

 Pochi mesi o al bisogno

Fino a che si assume il farmaco

Tutti tranne Disturbo Post-Traumatico da Stress*

Dipendenza e Tolleranza

Antidepressivi iMAO (Inibitori delle Monoaminossidasi)

 Indefinito

bassa

Tutti tranne Ansia Generalizzata

Molti, anche gravi

Antipsicotici

Indefinito 

Fino a che si assume il farmaco

Ansia Generalizzata

Molti, anche gravi

NaSSA (Antidepressivi Specifici Noradrenergici e Serotoninergici)

Indefinito 

Fino a che si assume il farmaco

Disturbo Post-Traumatico da Stress*

Molti, anche gravi

Azapironi

 Indefinito

Fino a che si assume il farmaco

Ansia Generalizzata

Molti, anche gravi

Antiepilettici

Indefinito 

Fino a che si assume il farmaco

Ansia Sociale

Ansia Generalizzata

Molti, anche gravi

Antipsicotici atipici (Ketipinor, ecc.)

Indefinito 

Fino a che si assume il farmaco

 Disturbo Post-Traumatico da Stress*

Molti, anche gravi

Melissa

 Indefinito

Fino a che si assume la sostanza

stati ansiosi 

Dipendenza e tolleranza; effetto paradosso a dosaggi medio alti

Valeriana

 -

Bassa o nulla

 stati ansiosi

Non gravi

Agopuntura

 Indefinito

non dimostrata

stati ansiosi 

Nessuno

non farmacologico

 EMDR

 Indefinito

non dimostrata

Disturbo Post-Traumatico da Stress* 

 Nessuno

non farmacologico

Omeopatia

 -  non dimostrata  - Nessuno 

*Disturbo Post-Traumatico da Stress --> Nel DSM-V non è più considerato un Disturbo d'Ansia ma un Disturbo Correlato a Eventi Traumatici e Stressanti.

1 Il numero di 10 sedute si riferisce ad un trattamento  multicomponenziale breve composto da: Biofeedback (multiprotocollo) + Colloqui Psicologici e Psicoeducativi + Igiene del Sonno + Tecniche di Rilassamento + Tecniche di Concentrazione (controllo del flusso di pensiero).

Tra le Psicoterapie la più studiata è quella Cognitivo-Comportamentale (CBT). 

 

L' Attacco di Panico (ADP) consiste in un intenso stato d'ansia caratterizzato da un insieme di sintomi somatici e cognitivi; l'Attacco di Panico può presentarsi nell'ambito di qualsiasi disturbo d'ansia (o di altri disturbi mentali) o anche in assenza di un disturbo strutturato.

Gli Attacchi di Panico possono essere di 2 tipologie: attesi e non attesi. Quando l'individuo presenta più di un Attacco di Panico di tipo inatteso la diagnosi è di Disturbo di Panico, spesso associato all'Agorafobia, ossia alla paura costante di sentirsi male in situazioni dalle quali potrebbe essere difficile o imbarazzante allontanarsi (in caso di un ADP o di un malore).

Poiché gli Attacchi di Panico possono essere una manifestazione di qualsiasi Disturbo d'Ansia la loro cura dovrà sempre tener conto della specificità della situazione sintomatologica e cognitiva di ogni singolo individuo.

Esistono attualmente due categorie di trattamenti o cure per ridurre l’intensità e/o eliminare gli Attacchi di Panico e quindi per curare sia il Disturbo di Panico sia tutte le altre condizioni o disturbi d'ansia in cui gli ADP si manifestano: cure farmacologiche e cure non farmacologiche.

Da un’approfondita analisi della letteratura scientifica prodotta negli ultimi decenni è emerso che tutti i trattamenti scientificamente validati oggi disponibili, farmacologici e non, hanno pari efficacia e differiscono tra loro principalmente per i loro effetti collaterali e gli effetti a Lungo termine.

I trattamenti più efficaci oggi disponibili per il trattamento degli Attacchi di Panico sono:

  • Interventi Multicomponenziali (farmacologici e non-farmacologici)
  • Psicofarmaci (SSRI, SRNI, Triciclici, Benzodiazepine, Beta-Bloccanti)
  • Biofeedback (psicofisiologico, non farmacologico)
  • Interventi Psicologici (psicoeducazione, tecniche di rilassamento, psicoterapia)

L’abbinamento di questi trattamenti produce risultati migliori rispetto al loro singolo utilizzo (monoterapia).

In sintesi, dalla ricerca scientifica è emerso che:

  • Tutti i trattamenti farmacologici e non-farmacologici considerati singolarmente (monoterapie) hanno pari efficacia.
  • I trattamenti multicomponenziali hanno un’efficacia significativamente superiore rispetto alle monoterapie.
  • I trattamenti non farmacologici non presentano effetti collaterali, quelli farmacologici molti, anche gravi.
  • Gli effetti di tutti i trattamenti farmacologici cessano dopo la sospensione della loro assunzione.
  • Gli effetti di alcuni trattamenti non-farmacologici come il biofeedback e gli interventi psicologici durano nel lungo termine. 

Livelli d'ansia e Livelli di Elaborazione


Nonostante gli Attacchi di Panico e tutti i Disturbi d'Ansia a livello psicologico abbiano cause differenti e siano legati a rappresentazioni mentali, situazioni, eventi e oggetti differenti, a livello neurofisiologico condividono gli stessi meccanismi o gran parte di essi; tutti i vissuti d'ansia cioè comportano l'attivazione di un rete neuronale che dal cervello alla periferia (e viceversa) coinvolge in buona parte gli stessi centri e vie nervose: questa rete condivisa coinvolge una serie di strutture sottocorticali definita "fear network" (rete neuronale della paura) ed altre strutture del sistema nervoso centrale e periferico (es. sistema nervoso simpatico).

Il vissuto d’ansia che si prova nel corso di un episodio ansioso o di uno stato ansioso prolungato/costante è una condizione psicofisiologica di eccessiva attivazione che coinvolge contemporaneamente diversi livelli del sistema nervoso centrale e periferico.

Bisogna infatti considerare il livello d'ansia come il risultato di un continuo gioco di forze che coinvolge diversi Livelli di Elaborazione:

  • Livello 1 di Elaborazione - Cortecce primarie, secondarie e terziarie (pensieri ansiogeni consci e inconsci, immagini, ricordi, immaginazione, percetti e strategie anti-ansia).
  • Livello 2 di Elaborazione - Talamo, ipotalamo, amigdala e altre strutture sottocorticali che costituiscono il fear network (= rete neuronale della paura).
  • Livello 3 di Elaborazione - Tronco encefalico e midollo spinale (sintomi autonomici come tachicardia, freddo-caldo, tremori, ecc.).

L'ansia dunque dipende sempre dall'attivazione di specifiche strutture neuronali: uno stimolo esterno, un ragionamento o anche l'immaginazione (ad esempio su cosa potrebbe accadere domani) può innescare l'attivazione di rappresentazioni mentali (pensieri) ansiogene che, in quanto tali, sono in grado di attivare il fear network e il Sistema Nervoso Simpatico ossia l'insieme di centri nervosi la cui attivazione produce i sintomi ansiosi somatici e cognitivi, ossia il vissuto d'ansia.

Da un lato quindi quanto più l'elaborazione corticale (pensieri) indotta da stimoli esterni o interni (es. ragionamenti, immaginazione, ricordi, anticipazioni sul futuro, ecc.) produce rappresentazioni mentali ansiogene, tanto più tali rappresentazioni attiveranno il fear network (circuito neuronale dell'ansia/paura), tanto più il Sistema Nervoso Simpatico sarà attivato e tanto più intensi saranno i sintomi somatici e cognitivi dell'ansia.

Dall'altro, quanto più efficaci le strategie anti-ansia coinvolgono tutti e tre i Livelli di Elaborazione su citati, tanto più il livello d'attivazione delle rappresentazioni mentali ansiogene, del fear network e del Sistema Nerovoso Simpatico risulterà ridotto e quindi l'ansia ridotta o eliminata.

Come spiegato nei prossimi paragrafi il livello di efficacia di un trattamento dipende dal grado in cui riesce a coinvolgere i tre Livelli di Elaborazione su descritti.


Quali sono i trattamenti più efficaci e perché


Solitamente le monoterapie agiscono maggiormente su un livello di elaborazione e, in minor misura, sugli altri livelli oppure agiscono in modo troppo aspecifico senza produrre cambiamenti a lungo termine, come nel caso degli psicofarmaci; gli psicofarmaci infatti, sebbene alterino in modo più o meno specifico la quantità di specifici neurotrasmettitori a livello sinaptico, a livello generale di Sistema Nervoso agiscono temporaneamente e in modo aspecifico su tutte le strutture che mediano i tre i livelli di elaborazione su elencati con un effetto calmante dei sintomi per la durata dell'assunzione del farmaco o poco più.

Spesso però limitarsi a calmare i sintomi per qualche settimana o mese con gli psicofarmaci non basta a risolvere un problema complesso di ansia patologica alla radice: con i soli psicofarmaci vengono interessati temporaneamente alcuni meccanismi generali che mediano anche la risposta ansiosa ma non le cause che sono quasi sempre psicologiche e/o comportamentali (escludendo gli effetti di sostanze e le condizioni mediche generali).

Gli psicofarmaci non hanno insegnato al paziente a sciogliere i nodi psicologici, relazionali, situazionali e comportamentali che causano lo stato d'ansia: ricordiamoci sempre che, come la paura, anche l'ansia è di fatto un segnale d'allarme che ci avverte che c'è qualcosa che non va nella nostra situazione o esistenza e che le sue manifestazioni patologiche sono dovute alla mancata elaborazione delle problematiche alla sua origine; l'individuo non ha imparato a gestire e ad intervenire attivamente sulle cause dell'ansia a livello corticale (pensieri/ragionamenti/convinzioni) e ai livelli sottocorticali (emozioni e funzioni autonomiche), ciò che invece fanno egregiamente gli interventi psicologici e il biofeedback, specie se associati.

Da una parte tutti gli interventi psicologici si pongono come obiettivo principale quello di aiutare il paziente ad individuare le cause dell'ansia e a trovare delle strategie psicologiche e comportamentali atte a risolvere il problema all'origine e in modo permanente.

Dall'altra il biofeedback agisce dando al paziente il controllo della risposta ansiosa (e degli attacchi di panico) a diversi livelli:

  1. Livello dei Sintomi Somatici - L'individuo, nel corso del training di biofeedback, impara a controllare i sintomi somatici e cognitivi dell'ansia sia nei momenti di crisi (attacchi di panico, paucisintomatici o d'ansia), sia riducendo nel breve, medio e lungo termine i livelli di attivazione psicofisiologica basali che causano l'ansia, riducendo quest'ultima ed eliminandola in modo duraturo. 
  2. Livello dei Sintomi Cognitivi - Lo stato di calma/rilassamento somatico indotto dall'applicazione delle tecniche apprese col biofeedback si ripercuote in modo determinante anche sul piano cognitivo, inducendo uno stato di calma mentale che libera le energie mentali necessarie ad affrontare nel migliore dei modi le cause dell'ansia. Inoltre, grazie alle abilità di controllo apprese, l'individuo acquisisce un solido senso di autoefficacia, ossia la consapevolezza di essere in grado di controllare quell'indesiderato e temuto stato ansioso (o attacchi di panico) che prima di fatto non era capace di controllare autonomamente senza il ricorso ad ausili esterni (farmaci). Ciò porta all'eliminazione di sintomi come l'agorafobia (quando presente), l'insonnia, la paura di potersi sentire male in qualsiasi momento e situazione senza poter essere soccorsi da chi si ritiene in grado di farlo.

Il Biofeedback sfrutta alcuni meccanismi psicobiologici già presenti nel nostro organismo la cui attivazione ripetuta e costante costituisce un vero e proprio allenamento (training) in grado di ridurre ed eliminare l'ansia nel breve, medio e lungo termine.

Riducendo/eliminando l'ansia l'individuo non solo capisce che essa non è un nemico imbattibile ma si ritrova anche con un "surplus" di energia psicofisica (prima assorbita dall'ansia e dalle sue conseguenze) che può utilizzare per affrontare più rapidamente ed efficacemente le vere cause dell'ansia. 


Perchè i Trattamenti Multicomponenziali sono più efficaci delle monoterapie?


L'ansia dipende sempre dall'attivazione di specifiche strutture neuronali: uno stimolo esterno, un ragionamento o anche l'immaginazione (ad esempio su cosa potrebbe accadere domani) può innescare l'attivazione di rappresentazioni mentali (pensieri) ansiogene che, in quanto tali, sono in grado di attivare il fear network e il Sistema Nervoso Simpatico ossia l'insieme dei centri nervosi la cui attivazione produce i sintomi ansiosi somatici e cognitivi.

Solitamente le monoterapie agiscono maggiormente Ne consegue che il trattamento utilizzato sarà tanto più efficace quanto più in grado di agire contemporaneamente su tutti gli elementi su descritti e sotto elencati:

  • Rappresentazioni mentali ansiogene (pensieri, immagini, ricordi, immaginazione, melodie/suoni, odori)
  • Fear Network = rete dei centri nervosi sottocorticali e corticali implicati negli stati d'ansia e paura
  • Sistema Nervoso Simpatico = parte del Sistema Nervoso Autonomo che media l'espressione somatica (sintomi) dell'Ansia e degli Attacchi di Panico.

Un protocollo in grado di agire su tutte queste componenti è un protocollo in grado di produrre effetti duraturi (efficacia a lungo termine); un protocollo simile non può che essere di tipo multicomponenziale, ossia costituito da diversi sub-protocolli ciascuno in grado di agire in modo specifico ed efficace su ogni singola componente.


Cure e trattamenti farmacologici


Riguardo alle cure farmacologiche esistono diverse classi farmacologiche tipicamente usate per la cura o il trattamento del Disturbo di Panico. In tutti casi non esistono studi che ne dimostrino l’efficacia a lungo termine: l’effetto ansiolitico permane fin tanto che il farmaco è assunto. Per tale ragione la loro efficacia è strettamente legata alla loro continua assunzione, ragion per cui spesso, per evitare un’assunzione eccessivamente prolungata dello stesso farmaco, si usa alternare i vari psicofarmaci a periodi alterni. Segue un elenco degli psicofarmaci oggi utilizzati nel trattamento del Disturbo di Panico (= Attacchi di Panico ricorrenti).

  • SSRI (Inibitori della Ricaptazione della Serotonina) – Per quanto riguarda questa classe farmacologica diversi autori hanno dimostrato l’efficacia di questi farmaci (Freire et al. 2011; McHugh et al. 2009). Wilkinson et al. (1992) hanno dimostrato che questi farmaci sono efficaci nel 54% dei pazienti trattati. Per contro i più frequenti effetti collaterali includono: mal di testa, disfunzioni sessuali, nausea, disturbi gastrointestinali, ansia, insonnia, sonnolenza, irritabilità e tremori. L’interruzione improvvisa può causare fenomeni di astinenza. La percentuale di abbandono di tali trattamenti a causa degli effetti collaterali è del 26% (Australian and New Zealand Clinical Practice Guidelines, 2016).  Molti degli studi sino ad ora condotti inoltre sono stati finanziati dalle stesse case farmaceutiche e l’efficacia degli SSRI è stata dimostrata solo nel breve termine. Mancano studi sull’efficacia a lungo termine (Bighelli et al. 2016 – Cochrane Library).

 

  • SNRI (Inibitori della Ricaptazione della Serotonina e della Noradrenalina) – L’unica sostanza appartenente a questa classe di farmaci dimostratasi efficace nel trattamento dei disturbi di Panico è efficace nel 52% dei pazienti trattati (Liebowitz et al. 2009). La sua efficacia è stata dimostrata solo nel breve termine e i primi effetti si vedono dopo 2-4 settimane. Anche qui mancano studi sull’efficacia a lungo termine.

 

  • Benzodiazepine - Le benzodiazepine sono efficaci nel trattamento degli Attacchi di Panico e del Disturbo di Panico (Nardi e Perna 2006; Nardi et al. 2011). La principale controindicazione per questi farmaci è la tolleranza (occorrono dosi sempre più elevate per raggiungere lo stesso effetto) e la dipendenza (la sospensione improvvisa causa fenomeni di astinenza). Efficacia simile o inferiore al Biofeedback.

 

  • Antidepressivi Triciclici –  Questi farmaci antidepressivi ad azione ansiolitica sono considerati di seconda scelta a causa dei loro effetti collaterali ai dosaggi necessari per ottenere l’effetto anti panico; anche in questo caso l’effetto, quando raggiunto, può essere mantenuto solo continuando ad assumere la sostanza. Non esistono studi che dimostrino l’efficacia a lungo termine di questi farmaci: solitamente la ricaduta avviene 4-6 mesi dopo l’interruzione dell’assunzione del farmaco (Mavissakalian et al. 1999). Gli esperti suggeriscono un uso non superiore a 12 mesi e un’interruzione graduale.

Approcci Multicomponenziali

Trattamento Multicomponenziale di Biofeedback 


Questo protocollo multicomponenziale è composto da diversi tipi d'intervento tutti singolarmente e scientificamente dimostrati efficaci nel trattamento degli Attacchi di Panico, dell'ansia non patologica e dell'ansia non clinica (es. ansia di parlare in TV o di fronte a un pubblico) e dei disturbi correlati:

1 - Protocolli di Biofeedback definiti in base alla specifica composizione dei sintomi presentati dal paziente durante gli Attacchi di Panico (che varia da individuo a individuo). Gli effetti di queste tecniche nel trattamento dei disturbi d’Ansia sono paragonabili a quelle degli Psicofarmaci (Bandelow et al. 2007a; Pompoli et al. 2016), ma non presentano gli effetti collaterali di questi ultimi e, al contrario degli psicofarmaci che espongono l’individuo ad una dipendenza psicologica accompagnata dall’idea di non potercela fare senza farmaco, consentono all’individuo di sviluppare nel breve-medio-lungo termine il senso di autoefficacia, ossia la consapevolezza di essere in grado di impedire l’insorgere di un Attacco di Panico o d'ansia autonomamente, in qualsiasi momento e situazione senza il ricorso ad ausili esterni.

Le tecniche apprese infatti appartengono all’individuo per sempre, mantengono inalterata nel tempo la sua capacità di gestire le situazioni di crisi che potrebbero innescare un attacco di panico e, nel medio/lungo termine, promuovono un progressivo abbassamento dei livelli basali d'ansia e quindi un progressivo e permanente allontanamento dalla soglia d’innesco degli Attacchi di Panico o d'ansia.

2 - Brevi Colloqui Psicologici e Psicoeducativi effettuati durante le stesse sedute di biofeedback e finalizzati a:

  • comprendere i meccanismi psicofisiologici, neurofisiologici e psicologici dell'ansia
  • individuare i principali fattori scatenanti o facilitanti l’insorgere degli Attacchi di Panico
  • individuare le strategie più efficaci per gestire i fattori d’innesco e quelli che alimentano gli Attacchi di Panico (anche con la gestione dello stress)

3 – Tecniche di concentrazione mentale biofeedback guidate per il controllo del flusso dei pensieri – Uno dei problemi più importanti in tutti i disturbi d’ansia è il controllo, oltre che dei sintomi somatici dell’ansia, anche del flusso dei pensieri; spesso l’individuo durante un attacco di panico o durante uno stato ansioso anche di lieve intensità produce involontariamente una successione rapida di pensieri ansiogeni o negativi che alimentano lo stato ansioso e che possono alimentare potentemente l’escalation da uno stato ansioso anche lieve ad un attacco di panico o ad un’ansia ancor più intensa.

Tramite specifiche tecniche di concentrazione e mediante l’utilizzo congiunto di un segnale di feedback che informa l’individuo in tempo reale sul suo reale stato di attivazione psicofisiologica che precede e accompagna l’insorgere dell’emozione “ansia” in relazione ai pensieri che fa, l’individuo impara a controllare/contenere il flusso di pensieri ripristinando rapidamente lo stato di veglia-rilassata e bloccando all’origine l’insorgere di un attacco d’ansia o di panico.

4 – Igiene del Sonno – Laddove l'ansia o gli Attacchi di Panico siano legati a stati d’attivazione psicofisiologica che non consentono all’individuo di avere un sonno ristoratore, che non sia cioè disturbato, superficiale, insufficiente, irregolare o frammentato, è necessario ripristinare le condizioni di sonno ideali. Una mente stanca è una mente più vulnerabile che più facilmente perde il controllo in situazioni di stress o ansiogene.

5 – Tecniche di rilassamento – Velocizzano la comparsa degli effetti dell’intero trattamento. Alcune tecniche di rilassamento (quelle scientificamente validate) sono efficaci nell’aiutare l’individuo a velocizzare gli effetti di rilassamento psicofisiologico raggiunti con le tecniche di biofeedback. Il loro uso non è obbligatorio ed è sconsigliato alle persone che non possiedono la “forma mentis” per questo genere di attività:  chi percepisce queste tecniche come “forzature” o come qualcosa da fare in fretta, è bene che non le svolga perché si corre il rischio che costituiscano paradossalmente momenti di stress e non di relax. La loro non applicazione non influenza l’esito finale del trattamento.

Questo protocollo multicomponenziale è finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • Controllo dei sintomi somatici e congitivi dell'ansia - Tramite l'apprendimento di specifiche tecniche l'individuo acquisisce l'abilità di controllare ed eliminare sul nascere i sintomi fisici dell'ansia e degli attacchi di panico (tachicardia, respiro corto, sudorazione, vertigini, ecc.) in qualsiasi momento e situazione inducendo in tal modo anche uno stato di calma mentale.
  • Acquisizione del senso di autoefficacia - ossia della consapevolezza di essere capace di controllare e bloccare i sintomi dell'ansia sul nascere, in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione (grazie alle abilità apprese).
  • Comprensione dei meccanismi psicofisiologici e neurofisiologici dell'ansia - Capire cosa avviene nel cervello e nel corpo durante uno stato ansioso è un passo indispensabile per capire poi come agiscono le strategie anti-ansia adottate, sempre sul piano psicofisiologico e neurofisiologico.
  • Individuazione delle cause situazionali, psicologiche e/o comportamentali dell'ansia - Attraverso colloqui brevi che si svolgono nel corso delle sedute di biofeedback si individuano le cause situazionali, psicologiche o comportamentali che causa e/o alimentano lo stato ansioso.
  • Definizione delle strategie psicologiche e comportamentali - Non basta individuare le cause per risolvere il problema che ne deriva; bisogna poi definire delle strategie idonee e applicabili per poterle fronteggiare con efficacia; in questa fase psicologo e paziente lavorano insieme per trovare soluzioni efficaci.
  • Qualità del sonno - un buon sonno ristoratore è di fondamentale importanza non solo per  raggiungere e mantenere  un buon livello di efficienza mentale ma anche per fronteggiare l'ansia e lo stress in modo ottimale; una mente stanca perché costantemente deprivata di sonno è una mente più vulnerabile allo stress e all'ansia.
  • Controllo del flusso di pensiero - Uno dei problemi più frequenti in tutti i disturbi d’ansia è l'incapacità o impossibilità di controllare/frenare o dirigere il flusso dei pensieri; spesso l’individuo in stato ansioso produce involontariamente una successione rapida di pensieri ansiogeni o negativi che alimentano lo stato ansioso in un circolo vizioso e che possono alimentare potentemente l’escalation da uno stato ansioso lieve ad un attacco di panico o ad un’ansia ancor più intensa. Tramite specifiche tecniche concentrazione e mediante l’utilizzo congiunto di un segnale di feedback che informa l’individuo in tempo reale sul suo reale stato di attivazione psicofisiologica che precede e accompagna l’insorgere dell’emozione “ansia” in relazione ai pensieri che fa, l’individuo impara a controllare/contenere il flusso di pensieri ripristinando rapidamente lo stato di calma e concentrazione e bloccando all’origine l’insorgere di un attacco d’ansia o di panico.

Si tratta di un protocollo non-farmacologico che può essere abbinato anche ai farmaci, con l’obiettivo di eliminarli progressivamente. 

Da uno studio di Penzo e Scalini (in pubblicazione) è emerso che l’applicazione di un protocollo intensivo multicomponenziale flessibile (10 sedute) basato su specifici protocolli di Biofeedback stabiliti flessibilmente sulla base dello specifico mix sintomatologico riferito dal paziente, sul Counseling Psicologico Breve personalizzato, sulla Psicoeducazione, sull’Igiene del Sonno, sulle Tecniche di Concentrazione/Autocontrollo Mentale biofeedback guidate e sulle Tecniche di Rilassamento guidate si ottengono risultati eccellenti, con la remissione totale degli Attacchi di Panico o degli attacchi d’ansia nel breve-medio-lungo termine, l’eliminazione dell’Agorafobia o dello stato d’ansia continuo e l’eliminazione dei farmaci nel 90% dei pazienti trattati, una percentuale ben al di sopra dell’uso delle monoterapie (farmaci, interventi psicologici o biofeedback da soli).

Questo risultato è dovuto al fatto che da una parte le tecniche di biofeedback apprese consentono un’efficace e rapido controllo di tutte le componenti fisiologiche autonomiche la cui iperattivazione, durante l’Attacco di Panico o nel corso dello stato ansioso, produce la sintomatologia somatica (tachicardia, sudorazione, caldo-freddo, dispnea, ecc.), dall’altra i colloqui psicologici brevi aiutano l’individuo a gestire in modo efficace le situazioni interne ed esterne che possono innescare gli Attacchi di Panico o lo stato d’ansia nella vita reale, con un effetto significativo anche sul proprio senso di autoefficacia e quindi sulla componente cognitiva dell’Attacco di Panico e dello stato d’ansia.

Inoltre, a differenza di altri protocolli sperimentali che hanno dimostrato un’efficacia del biofeedback pari a quella dei farmaci (50% circa), il protocollo qui citato fa un uso flessibile e personalizzato di vari strumenti: il successo del trattamento è dunque fortemente dipendente dal grado di personalizzazione dell’intervento e dall’abilità dello psicologo di isolare le variabili (psicofisiologiche, relazionali, situazionali) che causano e alimentano lo stato ansioso; quanto meno si tiene conto delle differenze inter-individuali, tanto più la percentuale di successo dell’intervento si appiattirà su quella degli psicofarmaci, stimata attorno al 50%.

L’uso di questo protocollo inoltre ha il vantaggio di essere non-farmacologico, breve, privo di effetti collaterali, di essere efficace in tutti i disturbi o condizioni ansiose (va ad agire sui meccanismi psicofisiologici condivisi da tutte le condizioni ansiose), di ottenere effetti nel breve, medio e lungo termine e di essere fortemente efficace sia nella gestione delle crisi d’ansia (es. attacchi di panico) sia nella normalizzazione a lungo termine dei livelli basali di ansia (ansia generalizzata, agorafobia, ecc.).


Approccio Multicomponenziale

Psicoterapia + Psicofarmaci


Numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia dell’associazione tra psicoterapia e psicofarmaci; anche in questo caso possiamo ipotizzare che tale efficacia sia dovuta al fatto che da una parte il farmaco, nell’arco di poche settimane, è in grado di controllare la sintomatologia dell'ansia, dall’altra i colloqui tra psicologo e paziente, a prescindere dalla metodologia usata, aiutano il paziente a sviluppare strategie psicologiche o comportamentali in grado di intervenire, più o meno direttamente, sulle causa dell’ansia

L’unica limitazione di questo trattamento multicomponenziale risiede negli effetti collaterali dei farmaci, spesso mal tollerati e causa di abbandono del trattamento in circa un terzo dei pazienti.

Inoltre, il controllo dei sintomi dell’ansia tramite il ricorso ad ausili esterni (farmaci) non consente all’individuo di sviluppare quel solido senso di autoefficacia necessario a rendere permanenti i risultati raggiunti: riteniamo infatti che la consapevolezza di essere in grado di controllare l’ansia al suo insorgere in modo autonomo, in qualsiasi momento e situazione, è fondamentale proprio per combattere definitivamente quel senso di insicurezza (e ansia anticipatoria, evitamento) legato alla convinzione di non esser capaci, da soli (senza farmaci), di “tener testa” allo stato ansioso anche nelle circostanze ritenute più a “rischio”. E’ proprio per tale senso di insicurezza che molte persone girano sempre con un ansiolitico nella borsa, “per sicurezza”, ciò che denota il mancato o parziale raggiungimento dell’obiettivo.

 


Riferimenti Scientifici


 

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Andreatini R, Sartori VA, Seabra MLV, Leite JR. Effect of valepotriates (valerian extract) in Generalised Anxiety Disorder: a randomised placebo-controlled pilot study. Phytotherapy Research 2002;16:650-4.

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Bakker A, van Balkom AJLM, Spinhoven P. SSRIs vs. TCAs in the treatment of panic disorder: a meta-analysis. Acta Psy‑ chiatr Scand 2002;106:163-7.

Bandelow B, Seidler-Brandler U, Becker A, Wedekind D, Ruther E. 2007a. Meta-analysis of randomized controlled comparisonsof psychopharmacological and psychological treatments for anxiety disorders. World J Biol Psychiatry 8: 175.

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Attacchi di Panico - Fattori scatenanti


FATTORI SCATENANTI GLI ATTACCHI DI PANICO


Esistono diversi fattori che possono facilitare o innescare uno o più Attacchi di Panico: condizioni mediche, sostanze o astinenza da esse, stress e varie situazioni. 

Condizioni Mediche che aumentano la probabilità di insorgenza di un attacco di panico sono:

  • ipertiroidismo
  • iperparatiroidismo
  • feocromocitoma
  • disfunzioni vestibolari
  • disturbi convulsivi
  • disturbi cardiaci (ad es. aritmia, tachicardia sopraventricolare)

Inoltre i Disturbi D'ansia possono essere indotti da Sostanze: più in particolare possono indurre gli attacchi di panico l'intossicazione da stimolanti come caffeina, anfetamine e cocaina e, negli individui predisposti anche dosi di tali sostanze 

Anche l'astinenza da depressogeni del SNC (alcool, barbiturici); anche i cannabinoidi possono indurre un attacco di panico.

Se però gli attacchi di panico perdurano per parecchio tempo dopo l'intossicazione o dopo la fine dei sintomi d'astinenza si può diagnosticare il Disturbo di Panico.

Un altro importante fattore scatenante degli Attacchi di Panico può essere lo Stress, acuto o cronico; nel primo caso un evento fortemente stressante può innescare, negli individui predisposti, uno stato d'attivazione psicofisiologica molto intensa che può facilmente sfociare in un vero e proprio attacco di panico.

Nel caso dello stress cronico invece l'individuo si trova in uno stato di attivazione psicofisiologica eccessivamente prolungata che, letteralmente, logora la capacità dell'individuo di affrontare con il necessario controllo ed efficienza situazioni "attivanti" o ansiogene anche di media intensità, con conseguente maggiore suscettibilità a rispondere a tali stimoli in modo incontrollato ed eccessivo, con un attacco di panico o paucisintomatico. Queste situazioni possono essere facilmente risolte con tecniche scientificamente validate come il biofeedback, con o senza l'ausilio di colloqui psicologici volti ad individuare le strategie più efficaci per affrontare la situazione stressante e le sue conseguenze.

Anche un eccesso di anedride carbonica (CO2) può indurre un attacco di panico: ciò può verificarsi ad esempio in locali affollati e mal areati.

Anche l'iperventilazione può indurre attacchi di panico.

Negli individui che hanno sviluppato agorafobia gli attacchi di panico possono essere innescati da tutte quelle situazioni che l'individuo percepisce come difficili da abbandonare/uscire in caso di un malore o di un attacco di panico. Similmente gli individui che hanno sviluppato una delle tante fobie specifiche esistenti può avere un attacco di panico in tali situazioni.

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