ATTACCHI DI PANICO E STRESS
Un frequente fattore scatenante degli Attacchi di Panico e del Disturbo di Panico e spesso lo Stress.
Gli effetti degli eventi stressanti su ogni individuo variano sostanzialmente in base alla sensibilità dello stesso verso gli stimoli stressanti e in base all'intensità dell'evento/stimolo stressante.
Tuttavia, a prescindere dal tipo di evento stressante, dalla sua intensità e dalla sensibilità dell'individuo verso quel preciso stressor (= stimolo/situazione stressante), a livello neurofisiologico e psicofisiologico la risposta dello stress e quella ansiosa condividono parte dei meccanismi e sono in stretta relazione. Sicchè, negli individui predisposti, uno stress di media/forte intensità può scatenare un attacco d'ansia la cui intensità può raggiungere quella degli attacchi di panico o degli attacchi paucisintomatici.
Possono costituire una fonte di stress certe situazioni affettivo-relazionali particolarmente difficili o problematiche, situazioni particolarmente dolorose come la morte o la separazione da un parente o da una persona alla quale si è particolarmente legati (genitori, nonni, partner, figli, amici intimi, anche animali domestici), situazioni lavorative pesanti ed eccessivamente prolungate come un ambiente di lavoro ostile (mobbing, molestie sessuali), il licenziamento, trasferimenti, cambiamenti di scuola o dell’ambiente lavorativo, malattie gravi proprie o di persone care.
Inoltre persino gli eventi positivi possono costituire eventi stressanti; ad esempio una vincita alla lotteria o l’ereditare una piccola o grande fortuna, l’inizio di nuove relazioni sentimentali, l’assunzione di un ruolo di maggiore responsabilità a lavoro ecc.
A queste condizioni possono poi contribuire condizioni tipicamente sottovalutate, in particolar modo la quantità e la qualità del sonno, fattori questi ultimi che si ripercuotono direttamente anche sulla capacità reattiva dell'individuo di fronte alle situazioni stressanti. Un cervello riposato sarà sempre e comunque un cervello più prestante ed efficiente nell'affrontare i problemi rispetto a un cervello stanco e deprivato di sonno.
A tali fattori bisogna poi aggiungere ciò che in ambito psicologico viene definito "stile di coping" e cioè il modo in cui un individuo solitamente reagisce alle situazioni difficili e stressanti, ciò che a sua volta dipende da com'è strutturata la personalità dell'individuo.
Ebbene tutti questi fattori possono facilitare, soprattutto in chi è predisposto, l'insorgenza di attacchi di panico e/o di attacchi paucisintomatici.
Nel brevissimo o breve termine (settimane), soprattutto di fronte a situazioni di stress acuto (non cronico) l'uso di farmaci come le benzodiazepine può essere di aiuto; ma la dipendenza cui espongono tali sostanze psicoattive rende tali farmaci poco indicati nelle condizioni di stress-ansia cronici o prolungati e nelle prime fasi dello sviluppo (infanzia, adolescenza). In questi casi è consigliabile utilizzare metodi non farmacologici a patto che siano supportati da studi che ne dimostrino una reale efficacia, pari a quella degli psicofarmaci ma senza i loro effetti collaterali, come il biofeedback o, meglio ancora, metodi che integrano il biofeedback a colloqui psicologici di breve durata volti ad individuare le strategie psicologiche e comportamentali più efficaci per affrontare/superare la situazione stressante.